Storie di impegno e coraggio nei territori vitivinicoli più impervi del mondo
Dalle vette della Valle d’Aosta ai terrazzamenti a picco sul mare che contornano i paesaggi mozzafiato delle Cinque Terre, che tu sia un tipo da mare o montagna ti sarà capitato di vedere, magari durante una di quelle escursioni lunghe e faticose in cui vieni trascinato a malavoglia dai tuoi amici avventurosi, filari irraggiungibili, grappoli lontanissimi e vigne a strapiombo sul mare. Non si tratta del progetto ambizioso di un designer per giardini che ha fatto il passo più lungo della gamba, ma di viticoltura eroica, così definita quando è praticata in condizioni estreme o in luoghi impervi. Scopriamola insieme!
La normativa della viticoltura eroica
Benché si sia iniziato a parlare di viticoltura eroica nei primi anni Cinquanta, facendo riferimento a intere aree geografiche, come le Cinque Terre o la Valtellina, è solo di recente che il CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) ha stabilito dei parametri secondo i quali un vigneto può definirsi eroico. Dunque, si parla di viticoltura eroica quando un vigneto rispetta almeno uno dei seguenti requisiti:
- I vigneti si trovano a più di 500 metri di altitudine;
- I terreni su cui sono piantate le vigne hanno una pendenza superiore al 30%;
- I vigneti sono coltivati su gradoni o terrazze;
- I vigneti sono coltivati su piccole isole.
La viticoltura eroica in Italia
Il luogo in cui la viticoltura eroica è più diffusa è senza ombra di dubbio l’Italia, che da Nord a Sud regala scorci incredibili su alcuni dei vigneti più impervi del panorama vitivinicolo internazionale. Le Colline del Valdobbiadene oltre ad essere Patrimonio UNESCO, rendono difficile la viticoltura per le loro morbide pendenze costellate da vigneti fitti e ordinati, complessi da attraversare con mezzi meccanici.
Ci sono poi tutti i vigneti coltivati su terrazzamenti: in Trentino le rocce vulcaniche con le quali sono realizzati conferiscono aromaticità a vini a base di Müller Thurgau, Chardonnay e Schiava, molto diffusi in Val di Cembra, mentre in Valtellina si trova la più grande zona di viticoltura alpina d’Italia, che occupa, grazie alla grande saggezza e impegno dei viticoltori, i ripidi pendii montani. Rimanendo in montagna non si può non parlare di alcune delle vigne più alte d’Europa, in Valle d’Aosta, dove i pochi ettari vitati, spesso siti su terreni di grande pendenza, regalano vini molto aromatici.
Non dobbiamo dimenticare che i viticoltori di montagna devono affrontare un’altra grande difficoltà: il clima impervio e le temperature sottozero. I valdostani non si sono lasciati intimidire e, proprio come fanno in Canada dove ogni inverno le bufere di neve sono all’ordine del giorno, si sono lanciati sulla produzione di Eiswein (o Ice Wine), letteralmente “vini di ghiaccio”. La produzione di questi vini consiste nella fermentazione di grappoli congelati, lasciati appassire sulla pianta fino a quando la temperatura scende sotto i -7 °C. Il risultato sono vini da dessert intensi e profumati, degni fratelli lontani dei passiti prodotti a due passi dal mare.
Di questi ultimi il principe indiscusso è il Passito di Pantelleria, anch’esso figlio della viticoltura eroica dei vignaioli panteschi che, arrampicati sui terrazzamenti in pietra lavica a picco sul mare, sopportano il caldo e il vento dell’isola siciliana per regalare vini dal sorso ampio e caldo che raccontano i profumi del Mediterraneo. Spostandoci al mare non possiamo non parlare della viticoltura eroica delle Cinque Terre, coi suoi vigneti stretti e inerpicati, che respirano il mare e raccolgono il sole, per poi trasmetterli e raccontarli nei vini bianchi caldi e dorati appartenenti alla denominazione Cinque Terre DOC.
La viticoltura eroica nel mondo
La viticoltura eroica, per quanto sia maggiormente diffusa in Italia, trova spazio anche in diverse zone dell’Europa e del mondo. Nelle Isole Canarie, con l’alternarsi di mare e montagna e gli incredibili paesaggi vulcanici, i vigneti crescono su pendii scoscesi o in fosse di cenere vulcanica, in Priorat le pendenze arrivano fino al 60% e i vigneti sono piccoli e preziosi, perché composti principalmente da vigne centenarie, e la Ribeira Sacra, icona della viticoltura eroica, offre terreni con l’85% di pendenza e terrazzamenti fitti e stretti. Nella Valle del Douro in Portogallo, una delle più antiche regioni vitivinicole del mondo, il fiume Douro è abbracciato da ordinati terrazzamenti di vigneti, eretti sulle ripide colline che costeggiano il letto del fiume e regalano paesaggi degni di essere visti e ricordati. E insieme a Spagna e Portogallo non ci si può scordare della Svizzera, del Languedoc-Roussillon in Francia, della Styria in Austria, di Slovenia, Grecia, Croazia, o la più lontana regione delle Appalachian Mountains negli Stati Uniti.
Queste sono soltanto alcune delle zone più impervie, complicate e faticose da coltivare, simbolo del coraggio e dell’impegno dei vignaioli che, in tutto il mondo, di generazione in generazione, credono nel loro lavoro e nel potere della terra, e ascoltano la natura senza tentare di soggiogarla. Un patto di rispetto e comprensione che regala vini dalla personalità unica e dalla storia che merita di essere raccontata, oggi più che mai.
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