Il primo incontro di una serie di video-interviste ideate da Callmewine sul vino e l’alta ristorazione
Milano, 18 ottobre 2024
Parte “Storie di Vite”, una rubrica video fatta di interviste a chef, sommelier e personaggi di spicco di ristoranti stellati che raccontano, attraverso la loro esperienza, il percorso, le passioni e i ricordi legati al vino. Si inizia con Jacopo Restagno, sommelier di Unforgettable, ristorante di Torino con una stella Michelin.
“Storie di Vite” vuole far emergere tutte le sfumature del mondo del vino, attraverso conversazioni con sommelier e professionisti del settore. Non semplici interviste, ma chiacchierate informali che rivelano curiosità e aspetti inediti del quotidiano, inclusi i vari approcci alla creazione di una carta vini.
Il primo episodio della serie prende vita a Torino, da Unforgettable, ristorante stellato che fa da cornice a una chiacchierata intima con Jacopo Restagno, sommelier del locale. Un viaggio tra calici e racconti, dove il vino diventa il filo conduttore tra passione e professionalità.
Da una porta di legno quasi anonima si accede al ristorante, che si apre ai propri ospiti a mò di teatro. Da una tenda scura e spessa, preludio di un’esperienza scenica e spettacolare, ci si immerge in un’antico e affascinante cascinale, caratterizzato da suggestive pareti in pietra a vista.
Sono due anni e mezzo che Jacopo lavora come sommelier da Unforgettable. Da ingegnere biomedico, ha cambiato la sua vita sette anni fa, intraprendendo questa nuova strada fatta di degustazioni, sensazioni, coinvolgimento e condivisione.
Il racconto di Jacopo Restagno si snoda seguendo i passi degli ospiti di Unforgettable, ripercorrendo gli spazi caratterizzati da linee nette e ombre taglienti che arricchiscono ogni attimo dell’esperienza. Si parte dall’ingresso, dove un elegante tavolino in vetro e due poltroncine cerulee accolgono l’intervistatrice Chiara Buzzi, in arte Suleclaire, food traveller per passione. È lo stesso punto in cui i clienti si riuniscono per dare il via alla serata, tutti insieme, prima della cena. Qui, l’aperitivo – spesso a base di vermouth e una selezione di piattini – diventa un momento fondamentale, come sottolinea lo stesso Jacopo, perché è il primo frangente in cui gli ospiti si rilassano e si lasciano trasportare dall’atmosfera. Il tutto accompagnato da una playlist di musica techno che evolve progressivamente con ogni portata, creando un perfetto equilibrio tra ritmo e sapori.
‘Li accogliete a techno e Vermouth’ riassume Chiara, e infatti è proprio così. Gli ospiti entrano in un’atmosfera inaspettata, che rompe con la routine quotidiana e li proietta in una dimensione nuova, quasi disorientante e lontana dalle solite abitudini.
La carta vini è “un mix di tante variabili di cui sicuramente la parte emotiva, personale e umana è quella che guida e ti spinge ogni sera ad aprire cose nuove e a condividere un racconto” spiega Jacopo. E infatti il libro dei vini di Unforgettable è un omaggio personale ai suoi nonni, Mario e Rosalia, appassionati collezionisti d’arte. Realizzato con fogli di carta provenienti dalla loro dimora, rappresenta un simbolo tangibile del legame profondo con la famiglia, le emozioni e i ricordi del passato. Un percorso che si intreccia con i luoghi vissuti, come l’Est Europa e, in particolare, la sua cara Slovenia, terra d’origine di molti dei vini selezionati da Jacopo, in grado di rievocare il sapore delle radici e delle esperienze vissute.
La seconda fase della chiacchierata si concentra al “banco”, il cuore pulsante di Unforgettable, un tavolo a forma di ferro di cavallo progettato nei minimi dettagli, dove gli ospiti possono condividere un autentico momento conviviale. Il menù, intitolato “Vegetale al centro”, è pensato per essere servito in un’unica proposta per tutto il tavolo. L’idea è di valorizzare il vegetale senza farne l’unico protagonista, sfidando il consueto ruolo della proteina animale che assume, questa volta, identità di contorno. Nella lavorazione dei piatti il sale non è ammesso: sì invece all’esaltazione dei sapori così come sono, sì all’esplorazione di gusti non familiari che creano stupore e meraviglia e sì all’ausilio del vino per chiudere il cerchio dell’assaggio.
“Provare ad avere in carta non quello che devi avere ma quello che ti rappresenta come sommelier’” Così Jacopo esprime il suo intento di dare personalità a ogni scelta enologica. Ciò che lo colpisce veramente è l’insieme delle esperienze che circondano il vino, più del liquido contenuto nel calice. Per lui, è fondamentale instaurare un ‘feeling’ non solo con il prodotto, ma anche con la filosofia di produzione e con i produttori stessi. Ogni bottiglia racconta una storia, e Jacopo si impegna a farne parte.
L’intero episodio di “Storie di Vite” con Jacopo Restagno è disponibile su Youtube a questo link.