Il vino è una storia di amore e passione, che abbraccia l’umanità e attraversa millenni di storia. Nel corso dei secoli ha preso parte a vicende d’amore e d’amicizia, è stato il protagonista di culture e popoli, ha ispirato poeti, artisti e scienziati, diventando un patrimonio culturale condiviso. La storia del vino si perde nella notte dei tempi, al punto che la sua scoperta è avvolta da miti e leggende. Ad esempio, per la Bibbia lo scopritore fu proprio Noè, che piantò la prima vigna dopo il Diluvio Universale; per i Greci, invece, fu il Dio Dioniso, detto anche Bacco per i Romani, il vero fondatore del vino. Tuttavia, la sua invenzione è probabilmente più antica di quanto si pensi ed è strettamente legata alla storia culturale delle antiche civiltà del passato. Probabilmente il vino è nato in maniera fortuita, quando alcune uve vennero dimenticate in contenitori aperti o buche nella terra e iniziarono a fermentare naturalmente. Potrebbero essere stati proprio i primi popoli della Mesopotamia, più di 10mila anni fa, a sperimentare questa prima fermentazione alcolica. Sicuramente, come testimoniano i manoscritti, i Greci, gli Etruschi e i Romani conoscevano la vite e hanno perfezionato e sviluppato la tecnica produttiva. Nonostante tutte queste supposizioni, attualmente gli studiosi non sono ancora in grado di definire una data di inizio e indicare un inventore. In questo articolo intraprenderemo un lungo viaggio attraverso la storia del vino, partendo proprio dalle origini! Allacciatevi le cinture, si parte!
Alle origini del vino: quando e dove è stato inventato?
Le tracce più antiche che parlano di uva destinata alla produzione di vino risalgono a circa 7.000 anni fa nel Caucaso, una lunga fetta di terra che comprende le attuali Georgia, Armenia e Azerbaigian. Gli archeologi hanno trovato proprio qui i più antichi frammenti di vecchi recipienti usati per produrre vino, e hanno quindi deciso di considerare questa terra come la madre dell’uva e di conseguenza del vino. Con ogni probabilità, però, i primi popoli della Mezzaluna fertile avevano già sperimentato la fermentazione dell’uva, probabilmente abbandonando casualmente qualche chicco di uva matura in un recipiente naturale che sorprendentemente fermentò spontaneamente, dando vita al primo antenato del vino. Sicuramente tra le antiche civiltà, come i Sumeri e gli Egizi, il vino era conosciuto e usato anche in rituali religiosi come offerta alle divinità. In particolare, gli Egizi avevano anche sviluppato una conoscenza avanzata della viticoltura e della vinificazione. I vigneti crescevano lungo le sponde del fiume Nilo; si sono trovati torchi per estrarre l’uva e recipienti sigillato con resina per conservare il vino.
La storia del vino tra Greci e Romani
Con l’ascesa dei Greci e dei Romani, il vino assunse una posizione sempre più centrale e significativa, in particolar modo nell’ambito sociale e religioso. Divenne presto sinonimo di festa e piacere, entrando anche nella vita quotidiana delle persone. Ovviamente il vino non era quello dei tempi moderni, ma veniva spesso aromatizzato con erbe, spezie, miele o addirittura miscelato con altre bevande. Questi popoli furono i primi ad esportare significativamente il vino, ma soprattutto i primi a piantare la vite in nuove terre fertili, tra cui proprio la nostra Italia.
Il ruolo del vino nella cultura greca
Il vino per i Greci, come testimoniano alcuni poeti e filosofi come Omero, Platone e Aristotele, era parte integrante della vita sociale, ma soprattutto religiosa. Il Dio Dioniso era spesso raffigurato con grappoli o calici di vino e proprio durante le feste in suo onore, le “Dionisie” appunto, il vino era l’elemento celebrativo. Anche durante i Simposi, i banchetti in cui i commensali discutevano, cantavano e intrattenevano con vari spettacoli, il vino veniva diluito con acqua attraverso un particolare rituale simbolico. Anche le tecniche di vinificazione, come l’affinamento in anfora, sono probabilmente da attribuire ai Greci.
Il ruolo del vino nella cultura romana
Il vino era una bevanda presente in tutti gli aspetti della vita romana, dalla vita quotidiana alle cerimonie religiose. Lo consumavano tutti: i ricchi patrizi, i poeti/scrittori, il popolo… L’Impero Romano fu uno dei primi a sperimentare la coltivazione della vite in altri territori e, attraverso l’ampia conoscenza delle varietà di uve e delle tecniche di allevamento, diffuse la vite in tutto il bacino mediterraneo.
La storia del vino continua: Medioevo e Rinascimento
Nel periodo del Medioevo i monaci all’interno dei monasteri e abbazie si dedicarono con anima e corpo alla coltivazione della vite e furono i primi a perfezionare l’arte della vinificazione. Infatti, fu proprio un Monaco, un certo Dom Perignon, a dar vita al primo spumante.
In questi anni si iniziarono ad usare le botti per invecchiare il vino, migliorando la qualità e la conservazione. Iniziarono a nascere le prime importanti zone vinicole, come la Borgogna, Bordeaux, Champagne, la Rioja o il Chianti, e si iniziarono a sperimentare le applicazioni del vino nell’ambito medico. Molti vini erano considerati dei potenti digestivi oppure avevano la capacità di alleviare dolori. In più con l’avvento del Cristianesimo, il vino assunse un ruolo primario nella liturgia cristiana poiché simboleggiava il sangue di Cristo. Ai tempi era una bevanda consumata da tutte le classi sociali e più sicura dell’acqua dal momento che attraverso i processi fermentativi si uccidevano tutti i batteri. In seguito con il Rinascimento e le esplorazioni geografiche il vino si diffuse in tutto il mondo, diventando una merce di scambio e trovando casa anche nel Nuovo Mondo.
Il vino nel mondo moderno
Attraverso secoli di storia, cambiamenti, scoperte, innovazioni e tecnologie, il vino arriva fino ai giorni nostri, consolidandosi come un settore ampio e diversificato. Tra varietà di stili produttivi, nuove aree produttive, filosofie di pensiero e approcci differenti, nasce un vero e proprio mondo del vino con un’offerta sempre più diversificata e in costante evoluzione. I consumatori sono sempre più incuriositi dal provare nuove frontiere perché proprio attraverso il vino si abbraccia un pezzo di storia del passato e ci si connette con un elemento che oggi sembra quasi dimenticato, la Natura.
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